Allucinata alienata allibita
Una donna riversa sull’asfalto
Stava inerme intrisa, corrotta
Come il sole che le scrosciava addosso
E aveva il corpo coperto di sangue
Dalla testa ai piedi
E dai piedi alla testa
Scarlatta carminia di rosso ammantata,
la donna mondava la colpa nell’ombra
scura della cruenta pozza,
memoria di menome tempo
veemente come uno sguardo
che confonde muta sconvolge
come confusa mutata sconvolta
la donna riversa sull’asfalto stava.
Ed assassina come il ricordo
Conficcò nel profano i pugnali,
lo aveva fatto per dimenticare di
una rosa recisa violata negata
e i pugnali eran le sue unghie
sua la carne in cui le affondava
così la donna riversa sull’asfalto
stava madida persa svilita,
il bocciolo chiuso nella mano
sciupato celato azzannato
come azzannato sciupato celato
diviene un segreto proibito
e il bocciolo stretto nella mano
era l’amore che aveva ceduto
e la donna riversa sull’asfalto
come il suo amore perduto.
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