METEMSOMATOSI.


Il termine "metemsomatosi" significa letteralmente "passaggio da un corpo ad un altro" ed allude alla credenza nella reincarnazione,cioè la trasfigurazione dell'anima di un individuo in un altro corpo dopo la sua morte..
Nel pensiero occidentale la reincarnazione è conosciuta con il nome di "metempsicosi",un termine derivante dal greco antico la cui accezione etimologica riporta al "passaggio delle anime".
Quello della reincarnazione è un tema molto diffuso tra le congetture umane e nel corso del tempo,spaziando tra luoghi e culture,ha assunto rilievo sempre maggiore in numerose discipline spiritualistiche:dalle pratiche africane a quelle egizie,da cui si dice sia poi passato agli antichi greci(come dimenticare Erodoto,Pitagora o Platone?)per poi insinuarsi addirittura nel cristianesimo(lo stesso Sant'Agostino,fermo oppositore della dottrina platonica,arrivò ad interrogarsi sul punto)salvo essere in seguito etichettato come eresia;se ne trovano tracce anche nel linguaggio simbolico dell'ebraismo come insegnamento di livello superiore rispetto ai testi sacri,fino ad arrivare all'induismo cui se ne pone come base.
In questo piccolo riepilogo non ho accennato al buddismo..ciò perchè in questa religione non si parla di reincarnazione ma di rinascita in quanto secondo il buddismo l'anima individuale non esiste dato che ogni cosa esistente è la risultante dell'unione di più elementi,fisici o mentali,destinata ad estinguersi completamente(ed eventualmente a rinascere).
Ora,la mia riflessione esula del tutto la specificità dei vari credo,in particolare non vuole riferirsi alla convinzione o meno circa un'esistenza oltre la vita,un mondo ultraterreno od una divina provvidenza in quanto trattasi di un'argomentazione piuttosto corposa che non solo a mio avviso necessita di uno spazio più ampio,ma che oltretutto trascende completamente il mio pensiero del momento..la mia attenzione è piuttosto rivolta alla metempsicosi stessa nella sua accezione per così dire "pagana":quel che mi sto domandando è se,spogliata della condizione della morte terrena,la sua struttura possa esistere,insomma,se sia così pazzesco ritenerla un meccanismo di per sè ed astrattamente proprio dell'essere umano.
Se devo essere sincera,mi è capitato spesso di avere l'impressione che il mondo che conosciamo sia una specie di grande trasfigurazione dell'essere umano in sè,dei suoi stessi meccanismi intrinsechi:chiaramente non mi sto riferendo al mondo naturale,terreno in senso stretto,ciò a cui alludo è la realtà in cui quotidianamente viviamo cioè quel mondo tipicamente umano che noi stessi abbiamo prodotto trascendendo ed accrescendo regole ed attività necessariamente esistenziali...perciò una delle caratteristiche distintive dell'essere umano rispetto alle altre specie animali è la creazione,intesa come frutto pratico di ulteriori doti quali osservazione,immaginazione ed astrazione. 
La creazione è ovviamente applicabile in diversi campi ed in primis è stata posta al servizio dell'utilità:credo che da quest'aspetto sia stata coniata l'espressione "vita più facile",nell'accezione più  concreta e materiale possibile,perchè grazie ad essa siamo riusciti a migliorarne diversi aspetti coniando ulteriori termini come igiene o cucina o casa fino ad arrivare alla più astratta ed impalpabile parola,o meglio,ad il più etereo ed astruso concetto del sofisticato...ed è proprio qui nell'area dell'eccentrico,dello spurio,del sottile che la creazione si è diramata in un'ulteriore categoria,cioè quella delle opere d'ingegno.
E su di esse si concentra la mia attenzione.
Che cosa sono le opere d'ingegno?Beh,se se ne cercasse la definizione su internet probabilmente esso ce le descriverebbe come un espressione dell'orditura intellettuale dotata di carattere creativo,uno sbocco diverso e nuovo rispetto alla comune congettura mondana idoneo ad esprimere in maniera personale un sentimento,un'idea,un fatto e che risulti rientrare nell'area della letteratura,della musica,della cinematografia o del teatro,dell'architettura,insomma,un qualsiasi effetto derivante dalle arti figurative.
Quest'ultime si sostanziano in una rappresentazione allegorica d'effigi riconoscibili nel mondo interno o esterno alla propria individualità,una raffigurazione che può mostrarsi assolutamente fedele all'immagine oppure distorta a livelli più o meno intensi e che si rifà soprattutto al modo in cui si è individualmente percepito il dato,come lo si è conosciuto,provato ed infine interiorizzato...non si tratta solo d'espressione,si tratta principalmente di un' autoanalisi che solo in un secondo momento diviene pubblica.
Si ha a che fare con un meccanismo peculiare,attraverso il quale ci si spoglia di un'esperienza,sia essa mistica o materiale,e la si riversa nell'immanente così che quella stessa cognizione che prima apparteneva esclusivamente alla propria individualità acquisisce ora un significato diverso,intrinseco ed autonomo rispetto al soggetto che lo ha posto in essere in quanto idoneo a sopravvivergli,ma accresciuto dell'elaborazione che quest'ultimo gli ha dato...e non si tratta forse di un passaggio dell'anima dal proprio corpo ad un altro?