mercoledì 9 maggio 2012

ICONOCLASTIA.

Seduta sulla cima del mondo
osservo in silenzio la porta dell'oblio
mentre l'occhio notturno del cielo
veglia su di me e sui miei pensieri
riflessi nei suoi plastici ibridi.
E' in queste menomi parti di tempo
che compio catacresi dei miei luoghi
poichè da questa veduta essi
pompeggiano sfarzosa bellezza ed
io speranzo il loro perdono.


Ma è sempre in queste menomi parti di tempo
ed è sempre su questa veduta che non
riesco a trattenere detonazioni delle
spere della sostanza mia e le
sento piombare nel vestito vuoto
quasi quei luoghi divenissero
caleidoscopica sembianza di me.


Ed è ancora in queste menomi parti di tempo
ed è ancora su questa veduta che sperimento
la cristallizzazione della mia anima
sparpagliandola in tutti i miei dintorni...
Qualcuno noterà quei riflessi di diamante?
E ne vorrà fare cupile ghirlanda?
Speranzo, speranzo ancora
ma a volte percepisco un presentimento infinito,
infinito presentimento d'iconoclastia.

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