mercoledì 9 maggio 2012

L' ABITO MIO PIU' BELLO.

Mi svegliai e mi levai


guardai il sole in faccia 


poichè lui guardava me,


mi spogliai mi levigai e


indossai l'abito mio più bello


poi mi lanciai nel vento e


lui mi strappò i vestiti di dosso,


li vidi volare nel cielo lontano


come lontano nel cielo vola via


la nostra età ed io sapevo


che non sarebbero più tornati


che mai più sarebbero stati 


miei, così nuda come nuda


è l'ancestrale nascita


chiamai forte il suo nome,


forte, così forte che rimasi 


senza fiato ma lei non si 


mostrava a me, così invocai


ancora più forte la sua presenza, 


volevo dovevo incontrarla e


gridavo vibravo urlavo d'agognata


attesa, poi arrivò ed io la guardai,


incredula assorta cupida,


non aveva il corvino mantello


e nemmeno il suo scettro


era nuda nuda come me talmente


nuda che le vedevo attraverso 


e attraverso lei il mondo appariva


velato sbiadito offuscato di


grigio adornato, poi un sibilo


s'impadronì della mia testa:


"Sono venuta perchè tu mi hai chiamato,


nessuno mi chiama mai e quando arrivo


ognuno mi rifugge, per questo sono venuta


perchè tu mi hai chiamato."


"Ti stavo aspettando io volevo vederti,


perciò benvenuta, ti ho chiamato perchè


dovevo incontrarti, ma perchè non hai


con te la corvina effigie, non mi vuoi?


Non mi vuoi con te mia tetra Signora?"


"Sono venuta perchè tu mi hai chiamato


ma ancora non posso farti mia, non posso,


anch'io soggiaccio a regole e non è ancora


il tuo tempo, ancora non puoi abbandonarti


al mio placido abbraccio."


Disse così poi se ne andò com'era


arrivata, intangibile, così intangibile


che l'aria si fece d'acciaio e mentre se


ne andava mi lanciò un'occhiata e le scrutai 


lo sguardo così gelido immenso e rosso


poichè nei suoi occhi scorreva tutto


il sangue dei secoli e nei suoi occhi


zampillava anche il freno del tempo,


ed io ripensai ai miei adorni veli al


modo in cui li avevo persi, chissà


chissà quando l'avrei rivista, perchè


non mi diede una carezza?O una consolazione?


"Signora Morte risponda almeno a questa


mia domanda, mi dica quale è, qual'è


il segreto per vivere?"


Ma le parole mi ripiombarono addosso


sottoforma di pioggia, così chiusi gli occhi


e mi accasciai al suolo nuda sotto l'acqua,


inerme per la mia stessa voce, e quando


tornai a vedere il sole sorridendomi mi


stava a guardare, accanto a me il fiore


arcobaleno era sbocciato e tra i suoi arti


giaceva l'abito mio più bello, 


così mi vestii e mi posai


poi ancora un sibilo nella mia testa


ed era talmente nitido e imponente,


ancora un sibilo nella mia testa


forse un monito oppure una risposta...


"E' morire." .



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