Chi sei tu che mi guardi?
Non mi guardare
non farlo, non così,
non mi guardare come mi guardi.
Inverecondo il tuo sguardo
come procace è l'ultimo quarto
di luna che sfolgorante appena
prima dell'alba subito traspare
nel cobalto del cielo diurno,
trasparente come me
come nuda divengo quando
guardo il tuo sguardo,
occhi che mi vedono
occhi che mi svelano, occhi
che non dovrei vedere eppure vedo.
Come il roboante tintinnio
delle catene che porto,
grevi pesanti come me
come io mi sento quando
guardo il tuo sguardo,
non mi guardare
non voglio esser vista
conosciuta apprezzata, io
voglio essere l'immagine
che vidi un giorno,
solo pelle solo ossa
come l'immagine che ho visto
solo ossa pelle e un ghigno,
il ghigno sereno del trapasso
di chi ha dissetato la propria
sete con fresca acqua
ed era fango asciutto.
Nessun commento:
Posta un commento