mercoledì 9 maggio 2012

L'ELEFANTE.

Chi sei tu che mi guardi?


Non mi guardare


non farlo, non così,


non mi guardare come mi guardi.


Inverecondo il tuo sguardo


come procace è l'ultimo quarto


di luna che sfolgorante appena


prima dell'alba subito traspare


nel cobalto del cielo diurno,


trasparente come me


come nuda divengo quando


guardo il tuo sguardo,


occhi che mi vedono


occhi che mi svelano, occhi


che non dovrei vedere eppure vedo.


Come il roboante tintinnio


delle catene che porto,


grevi pesanti come me


come io mi sento quando


guardo il tuo sguardo,


non mi guardare


non voglio esser vista


conosciuta apprezzata, io


voglio essere l'immagine


che vidi un giorno,


solo pelle solo ossa


come l'immagine che ho visto


solo ossa pelle e un ghigno,


il ghigno sereno del trapasso


di chi ha dissetato la propria


sete con fresca acqua


ed era fango asciutto.

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